Acquedotto Augusteo e Crypta Neapolitana: nuove esplorazioni speleologiche
Il 3 Marzo 2014 alle ore 10.30, presso la sala didattica del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, gli speleologi Graziano Ferrari e Raffaella Lamagna presenteranno i risultati ottenuti dall’esplorazione della Crypta Neapolitana.
La cavità in questione trafora la collina di Posillipo per la lunghezza di circa 700 metri collegando Piedigrotta a Fuorigrotta; era il più importante tunnel di collegamento scavato in antichità, probabilmente in epoca romana, situato tra l’antica Neapolis ed il grande centro economico-militare di Puteoli.
La galleria ha mantenuto la sua funzione di collegamento fino all’inizio del XX secolo quando, a causa di ripetuti dissesti, è stata definitivamente chiusa al traffico. Ciò ne ha impedito sia l’impiego infrastrutturale sia la fruizione culturale. Recentemente sono stati definiti progetti di riqualificazione, restauro e valorizzazione della galleria. A causa della sua chiusura e all’utilizzo di ulteriori gallerie stradali e ferroviarie, si è anche persa la conoscenza del tratto dell’Acquedotto Augusteo che correva parallelo alla Crypta. L’Acquedotto Augusteo era il principale sistema idraulico della Campania romana e trasportava l’acqua delle sorgenti di Serino fino alla Piscina Mirabile di Miseno, rifornendo lungo il percorso le città di Pompei, Nola, Acerra, Napoli, ma soprattutto le strutture termali puteolane e baiane, le installazioni militari e le ville dei notabili romani e degli imperatori. Le sorgenti di Serino tuttora forniscono una grande percentuale dell’approvvigionamento idropotabile della città di Napoli.
Grazie alle autorizzazioni della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli, della Soprintendenza per i Beni Architettonici per Napoli e Provincia e del Servizio Patrimonio Artistico e Beni Culturali del Comune di Napoli, è stato possibile effettuare uno studio del tratto di Acquedotto Augusteo posto a lato della Crypta, nel quadro di un piano più ampio con l’obiettivo di riaccendere l’attenzione sul tratto flegreo dell’acquedotto antico e di riscoprire cosa di esso sia ancora presente sul territorio. Sono stati effettuati un rilievo completo della Crypta con tecniche speleologiche ed una livellazione per determinare i rapporti spaziali tra la galleria principale e lo speco dell’acquedotto. Sono stati identificati 18 spiragli di accesso all’acquedotto, regolarmente distanziati come prescritto dalla letteratura antica. Sono stati presi in considerazione anche studi di
tipo naturalistico: la cavità è infatti un ambiente a forte ventilazione stagionale con impatto sul chimismo del tufo. Si intende effettuare lo studio delle incrostazioni calcaree lasciate dal passaggio dell’acqua di Serino durante il periodo di funzionamento dell’acquedotto.
Lo studio delle concrezioni permette la datazione del periodo di deposizione. La ricerca è stata possibile grazie alla collaborazione di speleologi che insieme agli autori hanno dedicato il loro tempo libero allo studio ed alla conoscenza di un luogo tanto celebre nell’antichità quanto poco conosciuto attualmente (Berardino Bocchino, Rossana d’Arienzo, Ivana Guidone, Elena Rognoni, Rosario Varriale).
In sintesi, queste ricerche permettono di ottenere informazioni utili per la comprensione del popolamento antico dell’area flegrea e possono contribuire alla valorizzazione di due eccezionali monumenti dell’antichità, che caratterizzano l’area napoletana e flegrea: la Crypta Neapolitana e l’Acquedotto Augusteo di Serino.
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