Categoria: Archivio News
Il Bunker antiaereo di Genova Pegli
Nell’ambito dell’attività di speleologia in cavità artificiali lo Speleo Club Gianni Ribaldone Genova ha in corso diverse esplorazioni di ipogei inediti siti nel comune di Genova. Attualmente, la ricognizione ha avuto per oggetto una struttura sotterranea, posta nel quartiere genovese di Pegli, la cui destinazione d’uso è in fase di accertamento poiché, pur ipotizzando che avesse una funzione di protezione antiaerea, è scavata in una vena di Metagabbri ferrosi, formazione geologica che potrebbe far pensare ad un saggio minerario. Non è escluso che inizialmente l’ipogeo fosse stato ricavato per questo ultimo scopo e, successivamente, riadattato alle esigenze belliche.
La pianta generale è a ferro di cavallo con due ingressi, dei quali uno occluso da materiale franoso e l’altro parzialmente obliterato da materiali di risulta e rifiuti. L’unica galleria dell’interno, dello sviluppo lineare complessivo di circa 55 m, ha una larghezza variabile da 2 a 5 m ed un’altezza media di 2,25 m e dentro di essa sono fiorite delle belle concrezioni calcaree, complice anche il vivace stillicidio presente.
Curiosa la presenza di alcuni pali per fondamenta che hanno sfondato il tetto della cavità e attraverso i quali è colato parecchio cemento che ha creato delle caratteristiche montagnole simili a colate stalagmitiche. E’ stato eseguito il rilievo dell’interno e tratta copiosa documentazione fotografica alla quale seguiranno ricerche archivistiche per accertare la reale destinazione d’uso del manufatto.
Henry De Santis (Speleo Club Gianni Ribaldone)
Intervento speleologico per una voragine a Vibo Valentia
Il 12 febbraio, su richiesta della Protezione Civile regionale, gli speleologi calabresi afferenti alla Commissione Cavità Artificiali della Società Speleologica Italiana sono stati interpellati dal Soccorso Alpino e Speleologico della Calabria per ispezionare dei cunicoli che si diramano sotto il centro abitato di Vibo Valentia. Da diversi anni si registrano nel capoluogo calabrese sprofondamenti e cedimenti del terreno legati alla presenza di manufatti storici nel sottosuolo. A seguito di uno sprofondamento di molti metri cubi di materiale il Comune di Vibo Valentia ha allertato la Protezione Civile Regionale che, come da protocolli, ha prontamente coinvolto nell’operazione il Soccorso Alpino e Speleologico della Calabria. Per naturale competenza è stata richiesta la presenza degli speleologi calabresi della Commissione Cavità Artificiali della SSI sia per la necessaria valutazione preliminare dell’ipogeo, sia per delinearne la geometria. Nei prossimi giorni saranno effettuati rilievo topografico e il monitoraggio della struttura sotterranea.
Pierpaolo Pasqua
International Forum Caves As Objects Of History And Culture
Divnogorye, Voronezh, Russia 19-22 April 2016
Aim of the forum is to exchange the experience in the field of research and protection of underground objects: natural caves, underground architectural constructions, old mines.
THE MAIN THEMES
- Caves associated with historical events
- Artificial caves as objects of cultural heritage (underground architectural constructions, old mines)
- Rock painting and cave graffiti
- Sacred complexes in natural and artificial caves (Christian, Muslim, Buddhist, pagan and so on)
- The idea of underground space in the culture of different nations, its value and mythologization underground space in ancient literature (up to and including the XVIII century)
- Historical city and military underground constructions
- Problems of protection of caves and related applied research
- Musefication of caves: technical, ethical and legal aspects
IMPORTANT DATES
20 of October 2015 – deadline for registration for participation in Forum
20 of December 2015– deadline for payment of the Registration fee for participants who will publish articles
20 of December 2015 – Article deadline
1 of February 2016– publication of the Second Circular
20 of March 2016 – deadline for registration on individual excursions (detailed information will be published in the second Circular)
16-17 of April 2016 – individual excursions
19-22 of April 2016 – Forum
23-24 of April 2016 – individual excursions
SECRETARIAT
For correspondence and applications please use the following address Kondrateva Sofia (executive secretary) – kosofia@yandex.ru
Tel. +79036518872
Congresso Internazionale HYPOGEA 2017
Cappadocia (Turchia), March 6-8, 2017
The first International Congress of Speleology in Artificial Cavities; HYPOGEA 2015 (I) was successfully held in Rome / Italy during March 11-15, 2015. Following this event, the second congress, HYPOGEA 2017 (II) will be held in the magnificent scenario of Cappadocia / Turkey during March 6-10, 2017.
The Congress will be organized by HYPOGEA (Italy) and OBRUK Cave Research Group (Turkey), with the patronages of International Union of Speleology, Balkan Speleological Union, Turkish Federation of Speleology, Istanbul Technical University / EURASIA Institute of Earth Sciences, Paris 8 University, CEKUL; The Foundation for the Protection and Promotion of the Environment and Cultural Heritage, IRPI; Institute of Research for Hydrological Protection of the National Research Council of Italy, Municipality of Nevsehir and Directorate of Nevsehir Museums.
The main goal of HYPOGEA 2017 Congress is to continue the exchange of experiences acquired at the international level in the field of artificial cavities which had begun by HYPOGEA 2015. The sessions of HYPOGEA 2017 Congress will have a strong emphasis on archaeology, archaeometry, promotion of the underground historical and cultural heritage, its safeguard and exploitation, with some plenary lectures and/or invited speeches on those subjects.
The sessions of HYPOGEA 2017 Congress will be focused on four main topics:
– Explorations
During this session the results of new explorations in artificial cavities will be presented. We strongly believe that the opportunity to exchange the information about different explorations of artificial cavities from different areas of world will improve both the collaboration among different teams and the organization of future explorations.
– Cultural and economic importance of the artificial cavities
Underground artificial cavities are of high cultural and economic importance. In Cappadocia, underground structures like Goreme or Derinkuyu receive hundreds of thousand tourists every year, strongly supporting the local economy. Water supply in semi-arid zones is also another important aspect, and in many Mediterranean countries several underground aqueducts from Roman period are still in use.
– Hazards, remediation and rehabilitation
In underground places, the treatment and the preservation of the cultural heritage needs special techniques. In areas where artificial cavities are present, the collapse of underground structures may represent a serious problem. Protection, rehabilitation or remediation?
– Survey, mapping and dating techniques
Detections of unknown underground cavities, survey and mapping techniques are in continuous improvement and will be discussed during the congress. Dating is an important challenge. How is it possible to estimate the age of underground cavities when no artifact, sediment or architectural style is present ?
HYPOGEA 2017 Congress will be held on March 6-8, 2017.
After the Congress there will be several excursions to various underground cities, rock churches, cave dwellings and geologically interesting points of Cappadocia. Also, before and after the Congress there will be excursions in Istanbul.
The important deadlines to contribute to the Congress are:
– Abstract submission: March 10, 2016
– Full paper submission: June 10, 2016
In order to ensure distribution of the proceedings during the Congress, the above deadlines will be strictly maintained.
Deadline for registration is; June 10, 2016 for the contributors and March 1, 2017 for the attendants.
Il 26 settembre 2015 a Bologna torna la Notte Blu
L’appuntamento è dalle 18 a mezzanotte, in Piazza 20 Settembre n. 7 (Cassero di Porta Galliera).
Anche quest’anno a Bologna si ripete l’evento che consente di conoscere i tanti aspetti che legano l’acqua e la città, con oltre 30 appuntamenti fra visite guidate, proiezioni, concerti e spettacoli teatrali, distribuiti fra chiuse, sostegni, canali, antichi opifici azionati dall’energia idraulica, edifici storici e moderne minicentrali idroelettriche.
Dopo il successo dello scorso anno, con le visite guidate alle cinquecentesche Conserve di Valverde, il Gruppo Speleologico Bolognese-Unione Speleologica Bolognese propone un nuovo itinerario alla scoperta della Bologna sotterranea.
Saremo infatti ospiti degli amici di Legambiente al Cassero di Porta Galliera, in Piazza 20 Settembre, di fronte alla Stazione centrale FS.
Oggetto delle visite guidate sarà il Canale delle Moline, che oggi scorre per lungo tratto in sotterraneo sotto la città, e che proprio qui mostra uno dei pochi affacci in superficie.
Nei pressi della Porta, fra il 1330 e il 1511, venne costruita dai pontefici per ben cinque volte una forte rocca, come simbolo del loro tentativo di dominio sulla città, ma per altrettante volte questa venne attaccata e demolita dai Bolognesi. Dell’ultima di esse rimane una sdrucita porzione di torrione nei pressi della Montagnola, il vasto rialzo formatosi proprio a partire dall’accumulo dei materiali conseguente allo smantellamento della rocca papale.
Sempre nei pressi della Porta, nel 1493, Giovanni II Bentivoglio, signore di Bologna, fa costruire un porto fluviale, spostando nei pressi della città quello esistente fin dal IX secolo a Corticella. Da qui, tramite una serie di canali navigabili, si poteva giungere a Ferrara e al Po e quindi a Venezia, a Mantova e a Milano: attraverso le acque interne un’unica grande rete commerciale congiungeva tutte le principali città del Nord Italia. I resti del porto sono stati rinvenuti in anni recenti e sono visibili proprio in corrispondenza della Porta.
Lungo il Canale delle Moline, come indica il nome, dal 1516 rimasero attivi per secoli gli stabilimenti per macinare il grano, appartenenti all’Università delle Moline e delle Moliture, ossia alla corporazione cittadina dei mugnai. Poco prima di giungere alla Porta alle acque del canale artificiale si uniscono quelle dell’unico corso d’acqua naturale di Bologna, il torrente Aposa, anch’esso oggi totalmente sotterraneo.
Oltre alle visite guidate al Canale delle Moline si susseguiranno le proiezioni di un video sui percorsi nascosti dei canali di Bologna e non mancherà il punto di ristoro con ottime crescentine.
Le visite ai sotterranei del Canale delle Moline saranno esclusivamente dietro prenotazione da effettuarsi sul sito www.gsb-usb.it (per maggiori informazioni contattare il 331 6457292).
Danilo Demaria
PAESAGGIO DI PIETRA. GLI INSEDIAMENTI RUPESTRI DELLE SERRE SALENTINE.
“Le pietre sono vive. Sono le pagine di un libro, di un romanzo. Raccontano storie: le storie degli uomini. Osservandole possiamo scorgere significati che vanno oltre la materia di cui è fatta la pietra”.
L’autore introduce così la sua opera. Stefano Calò è un giovane archeologo salentino che ha attentamente indagato gli insediamenti rupestri che caratterizzano la Puglia, in generale, ed in particolare la zona del Salento.
Il rapporto fra l’uomo e la pietra risale agli albori della storia. Utilizzata per cacciare e creare utensili, simulacri e opere d’arte. Dove i fattori geologici favorivano la presenza di grotte e caverne l’uomo ha saputo trarne vantaggio sfruttando inizialmente l’ambiente grotta come rifugio e dimora e successivamente considerandolo una rappresentazione simbolica legata a culti e misticismi.
Il fenomeno del vivere in rupe si manifesta non solo durante la Preistoria e il Medioevo, ma anche in periodi più tardi come le fasi post-medievali, nelle quali, benché il vivere in grotta fosse divenuto sempre più marginale, continuò a esistere, associandosi in alcuni casi alle architetture di sottrazione e a quelle realizzate in elevato.
Con il passare del tempo l’ambito sotterraneo ha assolto a funzioni sempre più complesse ed articolate, che hanno portato alla creazione di vere e proprie città scavate nella roccia e complessi monastici che ben poco avevano da invidiare alle architetture costruite in elevato.
Nel volume l’autore descrive come si è sviluppato questo fenomeno all’interno di alcuni insediamenti facenti parte di un comprensorio territoriale fortemente caratterizzato dal punto di vista archeologico.
La speleologia in cavità artificiali, indagando le strutture sotterranee artificiali di interesse storico ed archeologico, riserva particolare interesse per gli insediamenti rupestri perché in tali ambiti appaiono ancora evidenti le tecniche con le quali l’uomo ha superato le innumerevoli difficoltà di adattamento (ad esempio scarsità di acqua, necessità di difendersi dagli attacchi nemici, verticalità dell’insediamento che non favoriva le colture, ecc.).
Anche per questo le Associazioni speleologiche di riferimento nello studio delle cavità artificiali hanno accolto con grande interesse il lavoro di Stefano Calò, che ha ottenuto i patrocini da: Società Speleologica Italiana – Commissione Nazionale Cavità Artificiali, Federazione Hypogea (A.S.S.O., Egeria Centro Ricerche Sotterranee e Roma Sotterranea), Federazione Speleologica Pugliese.
Il volume è edito dalla Arbor Sapientiae Editore S.r.l., Roma, www.arborsapientiae.com
ISBN: 978-88-97805-40-3
Link diretto al sito per l’acquisto online
Bologna: esplorato un nuovo tratto del cunicolo della Fontana del Nettuno
Dopo un lavoro durato diversi mesi, teso ad ottenere tutte le autorizzazioni e i permessi necessari per accedere al sottosuolo cittadino, sabato 18 luglio è scattata finalmente l’operazione: scoperchiati alcuni tombini identificati come “fognatura” posti lungo l’asse della via D’Azeglio il GSB-USB ha provveduto ad esplorare, rilevare e documentare un ulteriore lungo tratto dell’antico cunicolo della Fontana del Nettuno.
Un breve sunto storico
I tentativi eseguiti nel Medioevo e in età rinascimentale per dotare il centro di Bologna di buona acqua potabile come salubre alternativa al prelievo dai numerosi pozzi disseminati nei caseggiati della città sono stati molteplici.
Risulta dalle cronache che nel 1393 il Comune face aprire l’Acquedotto maestro, ossia l’antico acquedotto romano, che si aggirava sotto i colli arrivando in prossimità della città. L’intenzione era certamente quella di usufruire dell’acqua drenata da questo cunicolo nel suo percorso sotterraneo (un quantitativo in realtà modesto) e di innestarvi quella captata dalla Fonte Remonda, assai più copiosa, scaturente nel colle di San Michele in Bosco, l’antico monastero oggi sede dell’Istituto Ortopedico Rizzoli.
Altri lavori sono documentati nel 1433: il recapito delle acque è una prima fontana collocata nei pressi dell’Ospedale della Morte, corrispondente all’area dell’attuale Museo Civico Archeologico, ossia sul lato orientale di Piazza Maggiore.
Nel 1473 viene costruita un’altra fontana, in sostituzione della precedente, collocata stavolta nei pressi del Palazzo del Podestà, nell’angolo opposto della piazza, all’incirca dove oggi si erge quella del Nettuno. Questa fontana ebbe però vita breve: venne demolita nel 1483 e i marmi di cui era composta furono donati all’erigenda Basilica di S. Petronio.
Nel 1492 Giovanni II Bentivoglio, signore di Bologna, si appropria quindi dell’acqua della Remonda e la fa giungere, attraverso un lungo condotto sotterraneo, fino al suo sontuoso palazzo, in strada San Donato.
Nel 1506 Giulio II conquista Bologna, annettendola allo Stato della Chiesa. L’anno successivo, di fronte ai tentativi bentivoleschi di reimpossessarsi della città, il legato pontificio e le famiglie avversarie dei Bentivoglio manovrarono l’ira popolare indirizzandola alla distruzione e al saccheggio del loro grande palazzo in strada San Donato, fatto che lascia ancora un segno nella toponomastica attuale, nei Giardini del Guasto, l’area su cui sorge il Teatro Comunale. Dopo questo episodio dovranno passare diversi anni perché venga ripristinato il funzionamento idrico verso la città.
Sarà solo nel 1520 che il vicelegato pontificio promuoverà il restauro dei condotti e della Fonte Remonda, realizzando pertanto per la terza volta una fontana nel centro di Bologna.
La sistemazione definitiva dell’intero sistema idraulico si data però al 1563, quando Pio IV affida tale compito all’architetto Tommaso Laureti. Questi procede alla risistemazione della Remonda, apre un ulteriore tratto del cunicolo romano e realizza una nuova grande opera di captazione sotterranea, la Conserva di Valverde (nota popolarmente come Bagni di Mario), situata nel colle immediatamente a ovest di S. Michele in Bosco.
Le acque raccolte da Valverde scendono attraverso un pozzo romano nel sottostante antico acquedotto. Seguono quindi il tracciato del cunicolo romano nel suo dirigersi verso la città, finché nei pressi della Chiesa dell’Annunziata una cisterna (denominata il Vascello comune delle acque) le raccoglie assieme a quelle provenienti dalla Remonda. Da qui sono immesse all’interno di una tubazione (originariamente in orcioli di terracotta) che, alloggiata sopra un muretto, arriva attraverso un cunicolo lungo oltre 1 km sotto la Fontana del Nettuno, realizzata proprio in quegli anni come mostra monumentale, carica di significati fortemente simbolici.
Il viaggio delle acque non finiva però lì: quelle di sopravanzo erano inviate all’interno del Palazzo Comunale, sede del legato pontificio. Sul lato nord del palazzo, affacciato alla via Ugo Bassi, è infatti presente un’altra grande fontana, detta la Fontana Vecchia: da qui gli acquaioli potevano prelevare l’acqua per rivenderla nel resto della città, mentre ciò che avanzava era utilizzato per i giardini interni al Palazzo e per la guarnigione dei cavalleggeri papali.
La struttura acquedottistica così delineata rimarrà sostanzialmente tale per oltre tre secoli, con ovvi interventi manutentivi e migliorativi.
Con la completa riattivazione dell’acquedotto romano, avvenuta nel 1881, le opere idrauliche tardomedievali e rinascimentali verranno escluse dal rinnovato sistema idrico e subiranno un progressivo abbandono.
Le ricerche attuali
È in questo quadro che si attua il nostro tentativo di indagare nuovamente queste opere, al fine di riacquisire una loro compiuta conoscenza e chiarire – per quanto possibile – i punti che rimangono ancora oscuri, particolarmente per ciò che attiene il succedersi delle fasi costruttive che, come si è visto, sono state spesso discontinue nel tempo e non sempre univoche.
Il lavoro svolto fra il 2004 e il 2010 sull’acquedotto romano di Bologna aveva fornito l’occasione di stendere nuovi rilievi della Fonte Remonda e di Valverde (quelli più “recenti” risalivano alla fine del Seicento – inizi del Settecento!). Avevamo inoltre affrontato per la prima volta i cunicoli che afferiscono alla cisterna dell’Annunziata (declassati a sistema fognario), nonché il tratto terminale di quello che giunge sotto al Nettuno.
Entrati dai locali di Sala Borsa, nel Palazzo Comunale, e arrivati alla base della Fontana, si possono percorrere verso monte circa 260 m di cunicolo sotto il tratto pedonale di Via D’Azeglio, fino a superare di poco la Piazza dei Celestini, dove un muro di tamponamento sbarra il cammino: qui si era arrestata la nostra esplorazione di quegli anni.
Il tentativo di procedere dalla cisterna dell’Annunziata verso valle non aveva sortito migliori risultati: il cunicolo che le vecchie mappe indicavano in uscita dall’angolo nord-est è stato infatti murato, con ogni probabilità durante la sistemazione a fognatura.
Restava pertanto insoluto il quesito sull’effettiva persistenza e sulle eventuali condizioni del tratto di cunicolo intermedio fra quei due estremi.
Eccoci pertanto giunti a questo caldo mattino di metà luglio, quando una dozzina di speleologi si è presentata di buon ora in pieno centro città, con in mano tutti i permessi giusti per sollevare i tombini che in precedenza erano stati individuati come potenziali accessi al cunicolo. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto (erano effettivamente afferenti alla rete fognaria), finalmente si scoperchia quello giusto (all’incrocio con via Farini) e si può procedere all’agognata esplorazione.
Nonostante le condizioni ambientali non fossero delle migliori, a causa del caldo e dell’umidità elevata, è stato possibile percorrere verso monte altri 400 m, giungendo all’incirca all’altezza di via Solferino.
Qui un ulteriore muro di tamponamento rappresenta per ora il limite su cui ci siamo arrestati, lasciando così incognito un tratto di circa 360 m, che consentirebbe di connettersi con la già citata cisterna dell’Annunziata.
Il collegamento con lo spezzone più a valle del cunicolo (quello terminante sotto la Fontana) è stato invece compiuto percorrendo un breve tratto fognario di quasi 50 m, bypassando in tal modo i tamponamenti che avevano bloccato la precedente esplorazione. In questa sezione, infatti, la rete fognaria, risalente a fine Ottocento, è stata impostata sullo stesso asse del cunicolo cinquecentesco, ma ad una quota inferiore, ed è quindi raggiungibile scendendo alcuni dei pozzi che insistono sullo stesso tracciato.
Inutile dire come tutta l’operazione abbia destato l’interesse dei numerosi passanti e turisti, particolarmente di quelli che – all’improvviso – si sono visti aprire ai piedi del Nettuno un tombino, da cui sono prontamente sbucati fuori alcuni speleologi. È stata ovviamente anche l’occasione per spiegare, ai tanti che si fermavano incuriositi a porre domande, il significato di questa nostra attività, nonché raccontare la storia delle acque cittadine e i suoi variegati percorsi sotterranei.
Il prossimo appuntamento, per continuare le ricerche, è già programmato per il 6 settembre.
Copyright ©Danilo Demaria
Al via il progetto di studio sulle gallerie delle Terme di Porretta
Porretta è una rinomata località termale nell’alto Appennino Bolognese, a una distanza di 60 km dal capoluogo emiliano e a 40 da Pistoia. Collocata sulla sponda sinistra del Reno, a una quota di 350 m slm, è attraversata da un cospicuo corso d’acqua, il Rio Maggiore. La frequentazione delle terme si deve fare risalire almeno all’età romana, stando alle testimonianze archeologiche emerse in vari tempi, la più significativa delle quali è rappresentata dal mascherone in marmo (databile al I sec. d.C.) che ne è diventato il simbolo ufficiale. Non si può peraltro escluderne l’utilizzo nel precedente periodo etrusco, essendo la valle del Reno la principale via di transito fra l’Etruria tirrenica e quella padana.
Le acque termali sgorgano in più punti del territorio e possiedono caratteristiche chimico-fisiche differenti: tale diversità e peculiarità è alla base di quell’ampio spettro di applicazioni in campo medico e curativo che, nel corso dei secoli, ha reso famosa Porretta nel panorama del termalismo italiano.
Si distinguono pertanto due principali zone sorgentizie: le Terme Alte e quelle Basse. Le prime sono situate nel punto più elevato dell’abitato, suddivise nelle fonti del Leone e Bovi in sinistra del Rio Maggiore e in quelle Donzelle, Reale, Marte e Tromba sulla sua destra idrografica. Le Terme Basse sono poste a circa 1 km in linea d’aria verso SE rispetto alle precedenti e sono distinte in Porretta Vecchia, Porretta Nuova e Puzzola.
Fra fine Ottocento e inizi Novecento sono state realizzate due gallerie, di varia lunghezza, che hanno intercettato acque termali: la prima collega Porretta Vecchia e Puzzola e al suo interno sgorga la principale sorgente della Porretta Nuova, la seconda riguarda la fonte delle Donzelle. In questo quadro – e visti gli studi già compiuti dal nostro Gruppo speleologico sulle strutture idrauliche sotterranee bolognesi, come l’Acquedotto Romano e le altre opere di captazione tardo medievali e rinascimentali – si è sviluppata questa nuova collaborazione con la Società di gestione delle Terme di Porretta.
Infatti, tra le altre prescrizioni contenute nella concessione mineraria, viene posta attenzione all’aspetto ambientale, con particolare riferimento alle garanzie del buon uso della risorsa mineraria, delle sorgenti, delle pertinenze minerarie ed al rispetto delle disciplina relativa alla corretta gestione degli emungimenti. Tra le operazioni necessarie a tale corretta utilizzazione rientrano anche gli approfondimenti tesi ad una sempre maggiore conoscenza scientifica del circuito idrotermale.
Pertanto la convenzione fra GSB-USB e Terme di Porretta si pone l’obiettivo di approfondire gli studi esistenti sul termalismo porrettano, con particolare riguardo alle gallerie artificiali della Porretta Vecchia e delle Donzelle, per dare un quadro conoscitivo ancor più preciso dell’andamento dell’intero giacimento; si tratta infatti di una tipologia di cavità di alto interesse scientifico e sicuramente singolare, in quanto nel panorama nazionale non sono attualmente note o descritte situazioni analoghe.
Ciò consentirà di acquisire ed elaborare ulteriori dati, così da meglio definire gli aspetti geologici e mineralogici delle rocce dalle quali scaturiscono le acque salsobromoiodiche e solfuree, coinvolgendo Istituzioni del settore con specifiche esperienze in campo speleologico, geologico, mineralogico e topografico per avere un supporto tecnico-scientifico in materia di studio di cavità ipogee artificiali.
In particolare l’intervento si articolerà nei seguenti punti:
- Indagine dei manufatti tramite un rilievo topografico di dettaglio, teso ad individuarne l’esatto andamento in pianta;
- Georeferenziazione sulla cartografia ufficiale della Regione Emilia Romagna o sulle mappe catastali delle gallerie;
- Rilievo geologico per le porzioni di cunicolo che sono prive di centina e si mostrano in roccia viva;
- Localizzazione dei diversi punti sorgentizi, ciascuno dei quali possiede differenti caratteristiche fisiche ed idrochimiche;
- Studio dei depositi chimici e concrezionari che si rinvengono in più punti delle gallerie con la collaborazione del prof. Paolo Forti, dell’Istituto Italiano di Speleologia dell’Università di Bologna;
- Esecuzione di un’apposita documentazione video e fotografica, da affiancare ad una ricerca storico-archivistica, tesa a recuperare eventuali documenti sulla realizzazione dei manufatti (come vecchie piante, progetti, ecc.).L’intero progetto, che si svolge con la supervisione del direttore minerario delle Terme, dott. Stefano Vannini, vedrà anche momenti di approfondimento e divulgazione delle conoscenze acquisite, tramite futuri incontri tematici.
Danilo Demaria
Verso Hypogea2017 (Cappadocia, Turchia)
HYPOGEA2015
Si è svolto a Roma dall’11 al 17 marzo 2015 il Congresso Internazionale di speleologia in cavità artificiali “Hypogea 2015”, organizzato da Hypogea (Federazione dei Gruppi speleologici del Lazio per la ricerca e valorizzazione delle cavità artificiali), sotto l’egida della International Union of Speleology e della Società Speleologica Italiana. Il simposio ha ottenuto il patrocinio del Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, della Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA) e del Parco Regionale dei Castelli Romani.
Hanno preso parte al congresso circa 150 studiosi provenienti da 14 nazioni (Armenia, Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Francia, Georgia, Germania, Inghilterra, Italia, Israele, Russia Svizzera, Stati Uniti e Turchia) che si sono confrontati su tematiche relative allo studio e censimento delle antiche opere idrauliche e di culto, all’utilizzo di nuove tecnologie impiegate nella esplorazione e nel rilievo topografico delle cavità artificiali, all’analisi di particolari speleotemi presenti nelle strutture sotterranee di origine antropica, a ricerche e ri-esplorazioni in opere minerarie (con particolare attenzione al rischio esplorativo), alle esplorazioni speleo-subacquee in cavità artificiali. Il confronto delle tipologie di cavità artificiali presenti nei vari paesi, la loro schedatura e codifica, e la definizione di simboli condivisi a livello internazionale per la rappresentazione degli elementi tipici delle cavità artificiali, sono stati oggetto di specifica analisi nel corso delle giornate congressuali.
La città di Roma ha ospitato per la prima volta un appuntamento speleologico scientifico di tale rilevanza. Le sessioni congressuali si sono svolte presso la sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche, nella sala Guglielmo Marconi, sottolineando come la speleologia in cavità artificiali comporti sia preparazione tecnica per affrontare le fasi esplorative sia, soprattutto, precise competenze per lo studio di tali strutture. L’importanza dell’evento è evidenziata anche dalle 550 pagine del volume degli atti (a cura di Mario Parise, Carla Galeazzi, Roberto Bixio e Carlo Germani), dai 37 poster esposti e discussi e dalle 36 relazioni presentate.
L’intero congresso si è tenuto in lingua inglese, al pari degli atti e delle relazioni poster. Anche le visite guidate sono state accompagnate da guide multingue in italiano, inglese, tedesco e russo.
A chiusura delle tre giornate congressuali, si è poi svolta la tavola rotonda “Mundus subterraneus”, nella sala Pietro da Cortona dei Musei Capitolini, accogliendo numerose personalità che hanno accettato di confrontarsi con gli speleologi sulle tematiche della ricerca, tutela, protezione, rischio, valorizzazione e documentazione delle cavità artificiali. La tavola rotonda, indirizzata al pubblico italiano, si è avvalsa dei principali risultati derivanti dalle presentazioni e discussioni del congresso internazionale.
A corredo delle sessioni di studio si sono svolte visite ad ipogei particolarmente significativi di Roma e tre escursioni post-congressuali che hanno permesso ai partecipanti di “viaggiare” in un arco temporale di 23 secoli (dal VI secolo a.C. al XVII d.C.) ripercorrendo emissari arcaici, mitrei, antichi acquedotti, cave e domus di epoca romana, ninfei e celle dell’Inquisizione.
Il congresso ha segnato un punto decisivo nella condivisione delle esperienze di ricerca e studio in campo internazionale dopo tanti anni di assenza di appuntamenti dedicati specificamente alle cavità artificiali. I prossimi appuntamenti per gli interessati in cavità artificiali, organizzati dalla Commission on Artificial Cavities della International Union of Speleology, si svolgeranno nel 2016 con un meeting della commissione (luogo in via di definizione) e con un congresso internazionale nel 2017 in Turchia.
Carla Galeazzi e Mario Parise
Presentazione del progetto UMBRIA UNDERGROUND
Giovedì 11 a Massa Martana (Perugia) si svolgerà la presentazione ufficiale del Progetto Umbria Underground.
E’ questo il primo risultato della collaborazione tra alcune realtà associative della Regione Umbria che hanno fatto la storia della esplorazione e valorizzazione del sottosuolo umbro.
Todi Sotterranea, Narni Sotterranea e Orvieto Underground hanno accolto l’invito della Regione Umbria a costruire un progetto di valorizzazione turistica e culturale che possa rappresentare una innovativa e probabilmente inedita idea di promozione del territorio.
Per informazioni: info@narnisotterranea.it