Origini della Speleologia in Cavità Artificiali
In Italia
A partire dal 1958 l’esperienza scientifica, tecnica e organizzativa maturata nell’esplorazione delle grotte naturali sviluppa sostanziali sinergie con altre discipline (storia, architettura, antropologia, archeologia, urbanistica) integrandosi nella ricerca, studio e documentazione delle cavità artificiali. Le prime strutture indagate sono i sotterranei di Chiusi (Vittorio Castellani, Franco Fabrizi) l’emissario del lago di Albano (Vittorio Castellani, Lamberto Ferri Ricchi), le cavità napoletane. A partire dagli anni ’80 l’attività si sviluppa anche nel resto d’Italia.
Nel 1981 nasce la Commissione Nazionale Cavità Artificiali SSI, il gruppo di studio composto dai maggiori esperti italiani del settore, che promuove e coordina varie attività di studio a livello locale, nazionale ed internazionale. Nel 1989 la CNCA istituisce il Catasto Nazionale delle Cavità Artificiali, simile e complementare a quello delle grotte naturali. Nel 1995 edita il numero zero della rivista Opera Ipogea – Journal of Speleology in Artificial Cavities – che diverrà nel 1999 il primo periodico italiano del settore.
In Europa e nel Mondo
Anche in altri paesi europei, da molti decenni, sono avviate importanti ricerche sulle cavità artificiali e sono operanti numerose associazioni specializzate che praticano una disciplina analoga a quella italiana. Esiste una Commissione Internazionale di Speleologia in CA che fa capo alla Unione Internazionale di Speleologia (UIS) composta da membri italiani, francesi, belgi, olandesi, inglesi e turchi.