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LA CRIPTA DEI POLACCHI NELLA GRAVINA DI PETRUSCIO A MOTTOLA (PUGLIA)

PETRUSCIO Panorama

Panorama della Gravina di Petruscio (Foto archivio Centro Speleologico Alto Salento)

L’agglomerato trogloditico di Petruscio rappresenta uno dei più interessanti esempi del popolamento rupestre della Puglia. Il casalis Petrugii (così nelle fonti medievali) si estende su entrambi gli spalti di quella omonima gravina (Foglio IGM 202 IV NO) che Pietro Parenzan ebbe a definire “Un vero gioiello. Uno spettacolo eccezionale per la Puglia, l’itinerario più bello da visitare a Mottola”.

Ingresso

Ingresso alla Cripta dei Polacchi (Foto archivio Centro Speleologico Alto Salento)

Il Centro Speleologico dell’Alto Salento di Martina Franca ha effettuato nella Gravina di Petruscio una ricognizione di una grotta-chiesa poco nota, scavata lungo la fiancata est, detta dei Polacchi (n. 265 PU/CA del catasto delle cavità artificiali di Puglia). La cripta è così denominata a seguito di un cospicuo numero di date e nomi incisi dai cattolicissimi militari polacchi. A Mottola (collina a circa 400 m. slm), infatti, durante la Seconda guerra mondiale, era di stanza il 2° Corpo di Armata polacco comandato dal generale Przewlocki Marian Roman (soprannominato “Lewz Mottoli”, ossia “Leone di Mottola”) al quale il sindaco Sebastiano D’Aprile concesse per meriti (gennaio 1946) la cittadinanza onoraria. La cripta, anticipata da un dromos, risulta non finita, priva di affreschi e di presbiterio con triforium, ed è importante per la tecnica di scavo. Presenta tre vani che dovevano costituire tre absidi terminanti con altrettanti altari. Interessante è la grande croce latina a rilievo ricavata tra l’abside sinistra e quella centrale.

Croce

Interno Cripta dei Polacchi (Foto archivio Centro Speleologico Alto Salento)

Lo stato di conservazione è ottimo e davanti all’ingresso non ci sono crolli. La difficoltà ad individuarla, nonostante la precisa planimetria realizzata a suo tempo da Franco dell’Aquila, era dovuta alla crescita di una foltissima vegetazione, soprattutto rovi, che ne occulta completamente il basso ingresso. Si è provveduto quindi a collocare la targhetta del censimento della Regione Puglia, abbiamo fissato il chiodo del punto GPS, ed effettuato il rilievo planimetrico e la documentazione fotografica della cavità.

Bibliografia: F. Dell’Aquila, L’insediamento rupestre di Petruscio, Bari 1974; P. Parenzan, Petruscio. La Gravina di Mottola. Natura e civiltà rupestre, Galatina 1989; F. Dell’Aquila-A. Messina, Le chiese rupestri di Puglia e Basilicata, Bari 1998, p. 238; P. Lentini, Lungo i sentieri rupestri di Mottola, Mottola 1998, pp. 191-195.

Contributo a cura di Vito Fumarola e Silvio Laddomada (Centro Speleologico dell’Alto Salento)