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Posted by: operaipogea | on Ottobre 6, 2013
Puliamo il Buio 2013: molti gli interventi in cavità artificiali
Nell’ambito della manifestazione nazionale Puliamo il Buio (PIB), organizzata e promossa dalla Società Speleologica Italiana nei giorni 27/29 Settembre 2013, sono stati effettuati interventi di riqualificazione in alcuni ipogei artificiali italiani di interesse storico – archeologico.
Abruzzo.
Domenica 29 settembre l’Associazione Centro Appenninico Ricerche Sotterranee (CARS) ha operato nella condotta di Fonte Cannelli sita in Chieti (catasto CA – 2ACH) con un gruppo composto da cinque speleologi. Le Fonti Cannelli sono state costruite nel 1663 per volere del Camerario Barone Antonio Valignani con la funzione di fornire acqua ad uso pubblico. La struttura consta di nove vasche addossate alla parete in laterizio contro terra. La condotta drenante che raccoglie lungo il suo percorso l’acqua che alimenta le Fonti, risulta essere poco profonda rispetto al livello di campagna. A causa di numerose moderne costruzioni è stata soggetta ad interventi di conservazione inadeguati: infatti in alcuni passaggi la condotta presenta superfetazioni in cemento.
La condotta in due punti è collegata con l’esterno attraverso due tombini, utilizzati per lo sversamento di materiali da costruzione ed inerti che hanno causato la parziale ostruzione del primo e la totale del secondo, riducendone notevolmente la portata idrica.
Sono stati estratti circa 30 Kg di materiale ferroso e residui generici disseminati lungo la condotta.
Per le ostruzioni succitate il CARS, in seguito ad una precedente visita, presentò esaustiva segnalazione scritta all’ente proprietario, relazionando sullo stato di fatto e localizzando i due punti di maggiore criticità.
Di Errico Orsini
Lazio.
Sabato 28 settembre la Federazione dei Gruppi speleologici del Lazio per le cavità artificiali Hypogea ha curato, in stretta collaborazione con gli operatori del Parco Regionale di Castelli Romani e con gli addetti del Comune di Castel Gandolfo, la pulizia dell’incile dell’antico Emissario Albano.
Sono stati rimossi circa 400 Kg di materiale (vegetazione spontanea infestante, residui di vegetazione in decomposizione nel canale di adduzione all’emissario, bottiglie di vetro e plastica, lattine, copertoni di auto, ecc.). L’emissario Albano, uno dei maggiori del Lazio, realizzato nel IV secolo a.C., è stato sino ad oggi scarsamente indagato a causa dell’oggettiva difficoltà di percorrenza causata dal completo allagamento della struttura, da ostruzioni alla base dei pozzi realizzati per lo scavo in cieco (coltellatio) e per la presenza, negli anni passati, di sversamenti abusivi di origine fognaria.
La struttura, di elevatissima importanza storico – archeologica, è attualmente oggetto di un piano di studi speleologici triennale da parte della Federazione Hypogea, che ha ottenuto l’autorizzazione della competente soprintendenza.
Le indagini speleologiche, archeologiche e geologiche saranno finalizzate allo studio di dettaglio dell’opera, al ripristino della percorribilità del condotto, alla sua riqualificazione, tutela e valorizzazione. L’intervento è stato ripreso dal TG2 nazionale.
Di Carla Galeazzi
Puglia.
Nel territorio di Bari gli ipogei si sono diffusi in modo particolare nel medioevo, ma già in epoca antichissima le popolazioni avevano imparato a sfruttare le cavità tipiche del territorio carsico come rifugi. Ciò a causa della particolare situazione geologica che vede la città sorgere su uno strato calcarenitico variabile dai 7 ai 3 metri, che poggia sui duri e stratificati calcari cretacei. Nel capoluogo pugliese e nei comuni dell’area metropolitana, si contano circa 300 ipogei.
L’insediamento della Caravella è formato da tre complessi, per un totale di 11 ingressi con una estensione di 1300 m2 e prende il nome da un affresco presente in una delle grotte che raffigura un’imbarcazione con grandi vele. Sorge in una delle 4 lame che attraversano la città di Bari e che sono tutte ricchissime di grotte naturali, pur se poco profende e bellissimi ipogei abitativi, trappeti, a volte riutilizzati come opere di guerra, ma poche chiese rupestri.
È stato scelto questo ipogeo poiché a prima vista era il più accessibile ed il meno inquinato della zona ed è situato nei pressi di una delle poche chiese rupestri baresi che ancora conserva tracce di affreschi. Lo stesso complesso ipogeo era ricco di affreschi ma fu danneggiato dopo un tentativo di lottizzazione negli anni ’80 e in seguito ai crolli sono rimaste poche testimonianze pittoriche. Il problema dell’inquinamento negli ipogei baresi è molto serio e frequente. Le combustioni di rifiuti plastici o l’abbandono di resti organici e carcasse di animali sono un rischio per la salute, tanto più che sorgendo in lame e depressioni carsiche sorgono in aree a forte rischio idrogeologico.
Il Gruppo Speleologico Vespertilio e la sezione Legambiente Bari hanno creato un’ottima sinergia grazie al progetto Puliamo il Buio e si spera di aver iniziato una proficua e capillare opera di sensibilizzazione. Tanto più che né i mezzi del comune né i cittadini (se non in numero pari a quelli delle dita di una mano) si sono proposti di aiutare nell’opera di pulizia. Fortunatamente gli speleologi erano numerosi. Anche l’intervento del Corpo Forestale dello Stato ha prodotto delle segnalazioni e ci auguriamo che presto si comprenda che gli ipogei baresi, come quelli di tutta la Puglia, devono diventare una risorsa e non un luogo di discarica.
di Marco Petruzzelli
Trentino Alto Adige.
Il Gruppo speleologico trentino S.A.T. Bindesi (Villazzano, Trento) ha effettuato la pulizia della Miniera di Masen (Faedo – Trento). Hanno partecipato 15 persone, delle quali 13 speleologi impegnati in grotta nelle operazioni di ripulitura.
L’intervento è durato circa 7 ore consentendo di raccogliere circa 50 Kg di rifiuti prevalentemente di origine domestica (bottiglie e lattine) oltre ad alcune batterie.
La miniera era stata già verificata nella scorsa primavera risultando abbastanza sporca. In estate nel corso di una esercitazione del Soccorso Speleologico è stata effettuata la pulizia del rampo principale. In questa occasione l’intervento è stato condotto nei rami profondi e secondari.
I rifiuti sono stati asportati dagli operatori del Comune di Faedo.
Di Giacomo Berzacola
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