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Al via il progetto di studio sulle gallerie delle Terme di Porretta

Porretta è una rinomata località termale nell’alto Appennino Bolognese, a una distanza di 60 km dal capoluogo emiliano e a 40 da Pistoia. Collocata sulla sponda sinistra del Reno, a una quota di 350 m slm, è attraversata da un cospicuo corso d’acqua, il Rio Maggiore. La frequentazione delle terme si deve fare risalire almeno all’età romana, stando alle testimonianze archeologiche emerse in vari tempi, la più significativa delle quali è rappresentata dal mascherone in marmo (databile al I sec. d.C.) che ne è diventato il simbolo ufficiale. Non si può peraltro escluderne l’utilizzo nel precedente periodo etrusco, essendo la valle del Reno la principale via di transito fra l’Etruria tirrenica e quella padana.

La galleria sotterranea che collega gli stabilimenti della Porretta Vecchia e della Puzzola

Le acque termali sgorgano in più punti del territorio e possiedono caratteristiche chimico-fisiche differenti: tale diversità e peculiarità è alla base di quell’ampio spettro di applicazioni in campo medico e curativo che, nel corso dei secoli, ha reso famosa Porretta nel panorama del termalismo italiano.

Si distinguono pertanto due principali zone sorgentizie: le Terme Alte e quelle Basse. Le prime sono situate nel punto più elevato dell’abitato, suddivise nelle fonti del Leone e Bovi in sinistra del Rio Maggiore e in quelle Donzelle, Reale, Marte e Tromba sulla sua destra idrografica. Le Terme Basse sono poste a circa 1 km in linea d’aria verso SE rispetto alle precedenti e sono distinte in Porretta Vecchia, Porretta Nuova e Puzzola.

Fra fine Ottocento e inizi Novecento sono state realizzate due gallerie, di varia lunghezza, che hanno intercettato acque termali: la prima collega Porretta Vecchia e Puzzola e al suo interno sgorga la principale sorgente della Porretta Nuova, la seconda riguarda la fonte delle Donzelle. In questo quadro – e visti gli studi già compiuti dal nostro Gruppo speleologico sulle strutture idrauliche sotterranee bolognesi, come l’Acquedotto Romano e le altre opere di captazione tardo medievali e rinascimentali – si è sviluppata questa nuova collaborazione con la Società di gestione delle Terme di Porretta.

Infatti, tra le altre prescrizioni contenute nella concessione mineraria, viene posta attenzione all’aspetto ambientale, con particolare riferimento alle garanzie del buon uso della risorsa mineraria, delle sorgenti, delle pertinenze minerarie ed al rispetto delle disciplina relativa alla corretta gestione degli emungimenti. Tra le operazioni necessarie a tale corretta utilizzazione rientrano anche gli approfondimenti tesi ad una sempre maggiore conoscenza scientifica del circuito idrotermale.

La sorgente Porretta Nuova, che sgorga all’interno della galleria

Pertanto la convenzione fra GSB-USB e Terme di Porretta si pone l’obiettivo di approfondire gli studi esistenti sul termalismo porrettano, con particolare riguardo alle gallerie artificiali della Porretta Vecchia e delle Donzelle, per dare un quadro conoscitivo ancor più preciso dell’andamento dell’intero giacimento; si tratta infatti di una tipologia di cavità di alto interesse scientifico e sicuramente singolare, in quanto nel panorama nazionale non sono attualmente note o descritte situazioni analoghe.

Ciò consentirà di acquisire ed elaborare ulteriori dati, così da meglio definire gli aspetti geologici e mineralogici delle rocce dalle quali scaturiscono le acque salsobromoiodiche e solfuree, coinvolgendo Istituzioni del settore con specifiche esperienze in campo speleologico, geologico, mineralogico e topografico per avere un supporto tecnico-scientifico in materia di studio di cavità ipogee artificiali.

In particolare l’intervento si articolerà nei seguenti punti:

  • Indagine dei manufatti tramite un rilievo topografico di dettaglio, teso ad individuarne l’esatto andamento in pianta;
  • Georeferenziazione sulla cartografia ufficiale della Regione Emilia Romagna o sulle mappe catastali delle gallerie;
  • Rilievo geologico per le porzioni di cunicolo che sono prive di centina e si mostrano in roccia viva;
  • Localizzazione dei diversi punti sorgentizi, ciascuno dei quali possiede differenti caratteristiche fisiche ed idrochimiche;
  • Studio dei depositi chimici e concrezionari che si rinvengono in più punti delle gallerie con la collaborazione del prof. Paolo Forti, dell’Istituto Italiano di Speleologia dell’Università di Bologna;
  • Esecuzione di un’apposita documentazione video e fotografica, da affiancare ad una ricerca storico-archivistica, tesa a recuperare eventuali documenti sulla realizzazione dei manufatti (come vecchie piante, progetti, ecc.).L’intero progetto, che si svolge con la supervisione del direttore minerario delle Terme, dott. Stefano Vannini, vedrà anche momenti di approfondimento e divulgazione delle conoscenze acquisite, tramite futuri incontri tematici.

Danilo Demaria