Tag: speleologia

 

IX Convegno Nazionale di Speleologia in Cavità Artificiali – Modalità telematica (Palermo) 20 Marzo 2020

Siamo spiacenti di comunicare che, a causa delle restrizioni imposte dal DPCM 1 Marzo 2020 “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”, con particolare riferimento all’utilizzo di strutture pubbliche per eventi di tipo assembleare ed alla restrizione dei contatti tra i dipendenti delle pubbliche amministrazioni ed il pubblico esterno, sono venute meno le condizioni per garantire lo svolgimento in presenza del convegno in oggetto, che si svolgerà il giorno 20 Marzo in forma telematica.

Indirizzo Segreteria Convegno

Sito ufficiale del Convegno https://www.pa.ingv.it/index.php/2019/08/02/ix-convegno-nazionale-di-speleologia-in-cavita-artificiali/

segreteria.hypopa2020@gmail.com

Indirizzo per invio contributi definitivi/Edizione Atti

hypopa2020@gmail.com

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HYPOGEA 2019 fourth annoncement

DOBRICH HYPOGEA
International Congress of Speleology in Artificial Cavities 2019

The 3-rd edition of HYPOGEA congress will be held in Bulgaria from 20 to 25 May 2019 and will be organized by Bulgarian Caving Society in collaboration with different Bul-garian regional museums of history and scientific institutions and under the patronages of International Union of Speleology in the face of its Commission of Artificial Cavities, Balkan Speleological Union , HYPOGEA Federation – Italy and Municipality of Dorbrich City, Bulgaria.
The third stage of the organization of the conference have been overcome. We have received 38 submissions from 81 authors together with their co-authors from 8 coun-tries: Bulgaria, Czech Republic, Germany, Italy, Russia, Serbia, Turkey, Ukraine.
Papers will be published only if the author (or at least one of the authors for joint work) has paid the Full Participant registration fees.

Registration closing date: May 1-st, 2019. You are kindly invited to send us the copy of your payment order.
E-mail to: hypogea@bgcave.org

The time for booking your accommodation is approaching. The most suitable for this purpose are the following hotels in Dobrich:
https://staria-dobrich.com/
http://hotelizida.com/
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Hotel Orehite – Dobrich
Of course, you can make your choice at one of the booking sites.

Travel information
There are different flights to Varna form Vienna, Brussels, London, Istanbul, Tel Aviv, Moscow, Kiev and other European City’s but you could land Sofia and take direct flight to Varna
In Varna airport you can rent a car or arrange transfer to Dobrich
If you have questions please don’t hesitate to contact us at: hypogea@bgcave.org

Voci dal Passato Remoto ciclo conferenze all’Acquario di Genova

QUMRAN MAIFREDI

TOPADA ANDREA BIXIO

Voci passato remoto

 

L’UROBORO

uroboro

Prefazione (ndr)

L’Uroboro è un simbolo molto antico rappresentato da un serpente che si morde la coda, aggrovigliato in un cerchio senza inizio né fine. Simboleggia quindi l’infinito, l’eterno ritorno e la ricerca della perfezione, insinuando nel contempo un sottile quanto legittimo dubbio: il tutto equivale al niente?

Questo racconto ©Giovanni Badino fa parte di una serie di sue novelle ancora inedite che mettono in evidenza, in modo ironico e a volte amaro, aspetti della speleologia mai presi in considerazione prima d’ora. Il filo conduttore di tutte è la “deviazione”, intesa nelle sue diverse accezioni (geografica, antropologica, etica, relazionale) mentre l’invito implicito che affiora dai vari racconti è quello di provare a modificare il rapporto esageratamente complesso che abbiamo oggi con il mondo, compreso quello ipogeo, riappropriandoci della semplicità che caratterizzava la speleologia fino a qualche decennio fa, prima che alcune storture (spesso mentali) la distogliessero in larga parte dagli obiettivi primari ovvero la ricerca, la scoperta e l’esplorazione.

Un diverso modo di intendere il rapporto fra l’uomo e l’ambiente grotta, l’uomo e la sua storia, l’uomo e sé stesso.

In Uroboro, unico racconto della raccolta dedicato alla speleologia in cavità artificiali, Giovanni Badino immagina il confronto fra speleologi che si trovano a censire una struttura ipogea di difficile attribuzione. Il risultato è esilarante. La Commissione Cavità Artificiali della Società Speleologica Italiana ha prodotto da molti anni la classificazione tipologica delle cavità artificiali. Nel corso del tempo si è reso necessario aggiornare periodicamente la codifica, quando – ad esempio – venivano scoperte nuove tipologie di cavità. Oggi l’albero delle tipologie è condiviso anche in ambito internazionale dalla Internation Union of Speleology e ripreso da studiosi di varie discipline. E’ indispensabile per censire in modo oggettivo una struttura ipogea artificiale e, pur nella sua apparente complessità, segue una logica che deriva da anni di studio e confronto fra gli speleologi italiani.

Anche questo episodio, come gli altri della raccolta, è frutto della fantasia dell’Autore ma in questo caso  i personaggi, pur celati da nomi diversi, esistono realmente. Lasciamo ai nostri lettori più curiosi scoprire di chi si tratta, se ne avranno voglia.

Ringraziamo Giovanni Badino per aver concesso la pubblicazione del racconto in anteprima su questo sito, augurandoci di poter sfogliare presto il volume con tutti i racconti.

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L’UROBORO 

Testo ©Giovanni Badino

E vietata la riproduzione anche parziale del testo in qualsiasi forma.

Albero delle tipologie

 

Sono in quattro, seduti davanti all’ingresso, con ancora i caschi in testa, alla luce del sole che tramonta.

“E’ davvero strano”.

“Sì, incredibile”.

“Ma com’è possibile? E’ un numero sacro, ma qui che c’entra?”

“Infatti non è possibile, pare un sogno. Però conferma in modo definitivo la nostra Classificazione delle Cavità Artificiali e la fondatezza dell’Albero delle Tipologie. Non è poco”.

“Sì, ma…”. Si zittisce e scuote il capo.

“Ma è impossibile”, conclude.

“Eppure è così, l’abbiamo visto coi nostri occhi. In poche ore”.

Poche ore fa, nello stesso posto.

L’ingresso è squadrato, molto basso perché ingombro di una frana che è stata evidentemente scavata di recente, ma in origine doveva essere ampio, adatto alla passaggio di due o tre persone affiancate.

Rita è emozionata, sta accompagnando tre mostri sacri della speleologia nelle cavità artificiali. Accendono le luci, superano il passaggio basso e lo scivolo, si inoltrano nel corridoio. Arrivati ad uno slargo, Rita si ferma e si volta.

“Vedete, qui c’è questa nicchia”.

“Chiaramente una tomba di tipo loculo “, dice Anna.

“Quasi un arcosolio, vedi la curva”, corregge Ugo.

“Già…”, comincia Luca.

Interviene Rita: “Certo, una tomba, e quindi lì per lì avevo classificato la cavità come Culto C, Sepolcrali 2, quindi C2; e infatti è confermato dalla successiva”, i passi echeggiano nella galleria, alla destra appaiono altre tombe, c’è un buco nel pavimento, “ma sono sette tombe scavate attorno a questo pozzetto, vedete che lo evitano, e questo è profondo una decina di metri e porta a quella che avevamo giudicato una cisterna per l’acqua, quindi sarebbe una cavità fatta inizialmente a questo scopo”.

“Esatto, quindi un Idrauliche A, Cisterne 4, quindi A4 diventato poi C2”, conferma Anna.

“Sarebbe così, ma poi se guardate il soffitto della cisterna…”, Rita tira fuori dei fogli e mostra le immagini a tutti, “…scoprite che è tutto inciso, e che sul muro di fondo c’era una nicchia con incisa una V rovesciata e due trattini a lato, e dei resti di un bassorilievo a fianco, e un canale di drenaggio che scaricava fuori della sala, vedremo poi dove. Poi…”, ha ripreso a guidare il gruppo in avanti, “abbiamo scoperto anche che c’era un accesso precedente, questo”.

Si è fermata davanti ad un passaggio in ripida discesa, ampio, con una scala, “passaggio che al fondo era chiuso da un muro più recente che sigillava la sala per renderla a tenuta d’acqua. E con la stessa tecnica hanno sigillato anche lo scarico. Sul muro, bizzarramente, c’è una scritta VII, sette in Latino”.

“Prima hai detto che nella nicchia c’è una V rovesciata? Ma è il cinque etrusco. Quindi anche là c’è un sette”.

Si fa silenzio.

“Ma è chiaro. Quindi era un luogo di culti ctoni dedicati all’acqua per la presenza di una sorgente…” inizia Ugo.

“Culto di Vacuna”, dice Anna.

“Potrebbe essere invece di Argizia”, osserva Luca.

“O Feronia. E poi per qualche motivo hanno cambiato destinazione alla sala che è diventata cisterna, ma forse mantenendo il numero per la sua sacralità. Quindi non vedo il problema, hai una fase Culto C, Luogo di Culto 1, quindi C1 a cui è seguita quella A4 e poi la C2”, finisce di chiarire Ugo.

Rita accenna col capo.

“Infatti anche a noi pareva così, ma poi abbiamo notato altri usi. Vedete qui, quella che era una tomba ad arcosolio è stata sfondata hanno fatto questo corridoio in salita e poi questa ambiente…”, ora sono entrati in fila in un’ampia sala e illuminano attorno, “…con sei sedili e questa sorta di trono, che chiaramente aveva uno scopo di riunione o roba simile”.

“E c’era qualcuno con un ruolo dominante. Cos’è quell’incisione sopra il trono che sembra un lampadario rovesciato?”, dice Luca.

“Boh, non si capisce, paiono tre righe sovrapposte, le due superiori con tre piccole V e quella inferiore con una sola. Una sorta di mappa della sala?”.

“Sembra un simbolo in caratteri cuneiformi, fatto di sette elementi. Sarà stata una sorta di sala del consiglio.”

Ugo accenna di sì con la testa, chiarisce: “Mi pare convincente, si tratta di un uso civile piuttosto raro, quindi è certamente da classificare Insediative Civili B, Altri Insediamenti 8, cioè B8. Io ho già avuto dei casi simili dalle mie parti…”

Rita interrompe Ugo: “sì, ma venite di qui, vedete che uno dei sedili è stato mezzo scavato via, rompendo la simmetria della sala, per realizzare questa scala in salita”, ci si infila, gli altri la seguono.

Emergono in un corridoio superiore, umido, con un odore di muffa e nicchiette alle pareti.

“Ecco, vedete, qui non riuscivamo a capire cosa avessero fatto a fare questa galleria con tutte queste nicchie, su sette livelli. Non sono né tombe né colombari, poi abbiamo fatto analizzare quei terricci e, scoperta, cosa abbiamo trovato?”

La complessità crescente della cavità e quest’ultima domanda stanno cominciando ad irritare i tre invitati.

“Coltivavano coca”, dice Ugo, e ridacchia per la sua battuta.

“Non coca ovviamente, ma funghi. Funghi allucinogeni!”, aggiunge trionfante Rita.

“Però, notevole, anche una cavità dalle mie parti aveva una destinazione simile, ma per coltivare champignon. Ma bene, questa è chiaramente l’ultima fase, ed è Estrattive E, Coltivazioni 5, quindi E5!”, dice Luca.

“E forse quella che abbiamo passato non era la sala delle riunioni ma di viaggi allucinogeni! Ma non è la fase finale perché il corridoio successivamente… Venite a vedere”.

Si incamminano e il corridoio si amplia dopo aver ricevuto una galleria ascendente da cui arriva un rigagnolo, le nicchie sono ancora visibili ma scalpellate, la galleria ora è in lieve discesa e va curvando.

“Chiaramente questo tratto di galleria, una volta in disuso per la coltivazione, è stato riutilizzato come scarico, come fognatura!”, conclude Rita.

“Curioso. Dunque questa cavità sarebbe C1 poi A4 poi C2 poi B8 poi E5 e infine qui Idrauliche A, Fognature 7. Insomma, A7!”

“Anche a noi pareva così semplice”, dice Rita, “ma in tal caso non vi avremmo consultati”.

Sei occhi la fissano sorpresi.

Lascia passare qualche secondo di silenzio e poi aggiunge, con enfasi: “pare effettivamente più recente, e infatti qui ci sono incisioni…”, illumina un punto della parete; con la luce radente appaiono delle linee, un paio di lettere consunte e un sette.

“Sembrano robe più recenti ma se continui nella galleria puoi andare avanti per un centinaio di metri sino ad una frana. Il guaio è che la galleria passa vicino alla cisterna già luogo di culto che abbiamo visto all’inizio”.

“E la taglia”, dice Ugo.

“No. E’ il luogo di culto che è stato chiaramente costruito evitando la fognatura. E anzi, la cosa misteriosa è proprio che la sorgente del sala del culto scaricava nella fognatura, appunto”.

Si fa silenzio. Lo rompe Luca.

“Ma questo è impossibile, la fognatura sarebbe quindi precedente a tutto!”

“Esatto, e se guardi nel dettaglio come è fatta, vedi che è tutta quanta progettata prima del luogo di culto. Anche la tecnica di scavo è uguale da cima a fondo. La sala è successiva, viene riutilizzata come cisterna sotterranea con gallerie di accesso, poi adattate per usi sepolcrali, poi ampliata per chissà quali riunioni, poi adattata per coltivazioni di funghi sicuramente in relazione alle riunioni, e infine trasformata in fognatura. Che però è precedente al luogo di culto. Chiaramente”.

Il silenzio che scende è rotto solo da un lontano gorgogliare d’acqua. Sembra che il ruscello ridacchi.

Rita assapora il trionfo, continua: “quindi è da classificare C1, A4, C2, B8, E5, A7, poi riprende C1, A4 e così via all’infinito, come un serpente che si morde la coda. Ma potrebbe anche essere A4, C2, B8, E5, A7, C1 e via dicendo a seconda di quale uno considera la prima fase. Quindi non è una cavità artificiale facile da classificare”.

“E’ un Uroboro”, dice Ugo.

“Cosa?”

“Un serpente che si morde la coda. Dal greco Ouroboros. Dalle mie parti…”.

“No, è vero, non è facile classificare. Ma notate, le lettere della Classificazione sono: CACBEA”, dice Anna pensierosa.

“Brava Anna, bella idea! Potrebbe essere il nome in qualche lingua pre-indoeuropea! Kak-Bea, cosa potrebbe significare? Grotta Urbana? Cavità Artificiale? Questo sarebbe un serio argomento a sostegno della nostra Classificazione delle Cavità Artificiali”, dice Luca.

“O forse la chiave è nel 142857. Vediamo…”

Ugo lo scrive sul pavimento.

“Non pare un numero interessante”, dice Anna.

“E’ impossibile che non sia interessante, questo significherebbe che il nostro Albero delle Tipologie è sbagliato. Se lo moltiplico per due cosa succede? Anna, hai la calcolatrice nel tuo telefono?”

“Certo”. Lo estrae di tasca e poi batte il numero sulla tastiera.

“Per due uguale a duecentoottantacinquemila settecentoquattordici. Non è interessante neppure questo”

“Strano, prova per tre”.

Lo stillicidio continua in lontananza.

“Dunque per tre fa quattrocentoventottomila cinquecentosettantuno. Niente”.

“Io credo che la chiave sia nella parola non indoeuropea e non nei numeri, figurati se quelli che hanno scavato questa cavità erano matematici”, dice Luca.

“Può darsi, ma Anna, prova ancora, per quattro cosa fa?”

“Fa… cinquecentosettantunomila quattrocentoventotto”

“… No, non ha nessun senso”.

“Forse Bea Cac era il nome della sacerdotessa dei riti della sorgente, vestale di Vacuna”, ipotizza Anna.

“O forse il nome era Ak Beac, lo stregone dei riti allucinogeni”, dice Luca.

“Aspetta Anna, prova a moltiplicare il numero per cinque”, dice Rita che prima era rimasta pensierosa a guardare lo schermo del telefono di Anna mentre faceva i calcoli.

“Uffa, fa… settecentoquattordicimila duecentoottantacinque”.

“Ho capito!”, urla Rita, suscitando echi nelle gallerie.

La fissano tutti. Prende il telefono dalle mani di Anna,

“Che fantastica la vostra Classificazione delle cavità artificiali, fantastica. Ecco, 142857 per 2 fa…”, si è chinata a incidere col dito le cifre sul fango secco del pavimento, “285714, poi per 3 fa…”, digita e scrive il nuovo numero sotto il precedente, “428571, per 4 fa 571428, per 5 fa 714285 e a questo punto per 6 farà… 857142!!! Incredibile!”

“Incredibile cosa?” chiede Luca.

“Non vedi che sono sempre le stesse cifre, nello stesso ordine, che scorrono? Puoi variare il punto iniziale, ma poi la sequenza è sempre la stessa, circolare nelle cifre. E questa cavità è circolare nel tempo!”

Si è fatto silenzio, mentre gli altri cercano di afferrare la cosa.

“Ma com’è possibile?”, chiede Anna.

“Non lo so, è un mistero matematico”, dice Rita.

Luca, si è perso fra i numeri e continua a pensare alle lettere.

“Non escluderei comunque il nome K-Beaca, con un suono occlusivo palatale iniziale che è caratteristico di tante lingue del substrato mediterraneo. Forse era il nome del progettista della cavità”.

“Che evidentemente doveva essere un raffinato matematico”, conferma Ugo, sollevato, “anche dalle nostre parti ci sono diverse cavità che possono essere classificate con una palatale sonora. E a questo proposito, nella Classificazione manca la R, quindi le sigle delle cavità non possono rendere i nomi originali se in quelli c’erano delle consonanti vibranti”.

“Hai ragione Ugo”, dice Luca, “sono consonanti molto usate nel substrato linguistico mediterraneo. Ad esempio non si può rendere il suono KR, che sta per luogo pietroso e da cui derivano le parole carso e…”.

“Sì, alla prossima riunione facciamo una riflessione su questo punto per perfezionare l’Albero delle Tipologie”, taglia Anna.

“Ma nel frattempo come la classifichiamo?”, chiede Rita.

Si fa silenzio. Lo rompe Anna.

“Potremmo fare così, in attesa della riunione: stabiliamo che per le cavità circolari nel tempo come è questa, la classificazione è O, che è circolare, seguita dai numeri della classificazione”.

“Bell’idea, Anna, O di Ouroboros”, dice Luca.

“Oppure uno zero, che è anche circolare!” dice Rita.

“Va bene, anche uno zero. E poi c’è la serie dei numeri, qui 0,142857”.

“Anzi, ripetendo la serie dei numeri all’infinito, come nei numeri periodici”.

“Ma questo è impossibile, riempiresti qualsiasi scheda catastale, anche grandissima”.

“Giusto, non si può”. Riflette.

“Idea! Segni solo il periodo, con un soprasegno come si fa in matematica”.

“Già, ma quei numeri periodici non erano frazioni?”, chiede Luca.

“Ah è vero Luca, sei un genio, vediamo che frazione è. Sarà l’inverso di qualcosa”, Anna ha afferrato il telefono e scrive.

“Uno diviso zero virgola uno quattro due otto cinque sette uno quattro due otto cinque sette uno quattro due” ha riempito lo spazio delle cifre.

“Uguale a…”.

Si zittisce, con gli occhi sbarrati a guardare lo schermo. Lo mostra agli altri.

Altri sei occhi si sbarrano.

C’è scritto: “7”. Esattamente.

In lontananza il ruscello continua a creare echi nella galleria. Pare che ridacchi.

©Giovanni Badino è vietata la riproduzione anche parziale del testo.

Il rifugio antiaereo di Molassana (Genova)

Rifugio antiaereo Genova Molassana (foto Archivio Speleo Club Gianni Ribaldone Genova).

Nell’ambito delle ricognizioni effettuate all’interno di ipogei inediti, siti nel Comune di Genova, si è provveduto a visitare e rilevare una struttura di protezione antiaerea che si trova nel quartiere genovese di Molassana. La pianta generale del rifugio è a tridente con tre ingressi, dei quali, quello centrale, occluso da materiale franato dalla collinetta soprastante. Gli accessi sono protetti da muri anti soffio dello spessore di circa 1 m.

Rifugio antiaereo Genova Molassana (foto Archivio Speleo Club Gianni Ribaldone Genova).

La galleria dell’interno, dello sviluppo lineare complessivo di circa 70 m, ha una larghezza variabile da 3 a 1,5 m e un’altezza media di 2 m. ed è caratterizzata da bellissime concrezioni calcaree di diverse e complesse fogge e cospicua presenza di fauna ipogea. è stata infatti visivamente rilevata la presenza del pipistrello Rhinolophus ferrumequinum, del geotritone del genere Speleomantes, dell’artropode Scutigera coleoptrata e della caratteristica lumachina blu del genere Oxychilus.

Rifugio antiaereo Genova Molassana (foto Archivio Speleo Club Gianni Ribaldone Genova).

Si segnala inoltre la presenza, nei pressi del ingresso centrale, di una piccola edicola votiva di forma triangolare sotto la quale è ancora parzialmente leggibile un’iscrizione di colore rosso, recante la dicitura “Ora pro nobis”, ed il numero 43, forse l’anno di costruzione della struttura o di dedica dell’effige sacra attualmente scomparsa. Come di consueto, seguiranno indagini archivistico-bibliografiche al fine di approfondire il contesto in cui si colloca la struttura.

Rifugio antiaereo Genova Molassana (Copyright Archivio Speleo Club Gianni Ribaldone Genova riproduzione vietata).

Contributo di Henry De Santis con la collaborazione di Alberto Romairone e Andrea Roccatagliata (Speleo Club Gianni Ribaldone Genova).

Rifugio antiaereo Genova Molassana (foto Archivio Speleo Club Gianni Ribaldone Genova).

 

Intervento speleologico per una voragine a Vibo Valentia

Voragine Vibo Valentia 12_2_16

Il 12 febbraio, su richiesta della Protezione Civile regionale, gli speleologi calabresi afferenti alla Commissione Cavità Artificiali della Società Speleologica Italiana sono stati interpellati dal Soccorso Alpino e Speleologico della Calabria per ispezionare dei cunicoli che si diramano sotto il centro abitato di Vibo Valentia.  Da diversi anni si registrano nel capoluogo calabrese sprofondamenti e cedimenti del terreno legati alla presenza di manufatti storici nel sottosuolo. A seguito di uno sprofondamento di molti metri cubi di materiale il Comune di Vibo Valentia  ha allertato la Protezione Civile Regionale che, come da protocolli, ha prontamente coinvolto nell’operazione il Soccorso Alpino e Speleologico della Calabria. Per naturale competenza è stata richiesta la presenza degli speleologi calabresi della Commissione Cavità Artificiali della SSI sia per la necessaria valutazione preliminare dell’ipogeo, sia per delinearne la geometria. Nei prossimi giorni saranno effettuati rilievo topografico e il monitoraggio della struttura sotterranea.

Pierpaolo Pasqua

Voragine Vibo Valentia 12_2_2016

International Forum Caves As Objects Of History And Culture

Divnogorye, Voronezh, Russia 19-22 April 2016

VORONEZH2016

Aim of the forum is to exchange the experience in the field of research and protection of underground objects: natural caves, underground architectural constructions, old mines.

THE MAIN THEMES

  • Caves associated with historical events
  • Artificial caves as objects of cultural heritage (underground architectural constructions, old mines)
  • Rock painting  and cave graffiti
  • Sacred complexes in natural and artificial caves (Christian, Muslim, Buddhist, pagan and so on)
  • The idea of underground space in the culture of different nations, its value and mythologization underground space in ancient literature (up to and including the XVIII century)
  • Historical city and military underground constructions
  • Problems of protection of caves and related applied research
  • Musefication of caves: technical, ethical and legal aspects

IMPORTANT DATES

20 of October 2015 – deadline for registration for participation in Forum

20 of December 2015– deadline for payment of the Registration fee for participants who will publish articles

20 of December 2015 – Article deadline

1 of February 2016– publication of the Second Circular

20 of March 2016 – deadline for registration on individual excursions (detailed information will be published in the second Circular)

16-17 of April 2016 – individual excursions

19-22 of April 2016 – Forum

23-24 of April 2016 – individual excursions

SECRETARIAT 

For correspondence and applications please use the following address Kondrateva Sofia (executive secretary) – kosofia@yandex.ru

Tel. +79036518872

Congresso Internazionale HYPOGEA 2017

Cappadocia (Turchia), March 6-8, 2017

Hypogea2017

The first International Congress of Speleology in Artificial Cavities; HYPOGEA 2015 (I) was successfully held in Rome / Italy during March 11-15, 2015. Following this event, the second congress, HYPOGEA 2017 (II) will be held in the magnificent scenario of Cappadocia / Turkey during March 6-10, 2017.

The Congress will be organized by HYPOGEA (Italy) and OBRUK Cave Research Group (Turkey), with the patronages of International Union of Speleology, Balkan Speleological Union, Turkish Federation of Speleology, Istanbul Technical University / EURASIA Institute of Earth Sciences, Paris 8 University, CEKUL; The Foundation for the Protection and Promotion of the Environment and Cultural Heritage, IRPI; Institute of Research for Hydrological Protection of the National Research Council of Italy, Municipality of Nevsehir and Directorate of Nevsehir Museums.

Cappadocia Turkey (courtesy Hypogea2017)

The main goal of HYPOGEA 2017 Congress is to continue the exchange of experiences acquired at the international level in the field of artificial cavities which had begun by HYPOGEA 2015. The sessions of HYPOGEA 2017 Congress will have a strong emphasis on archaeology, archaeometry, promotion of the underground historical and cultural heritage, its safeguard and exploitation, with some plenary lectures and/or invited speeches on those subjects.

The sessions of HYPOGEA 2017 Congress will be focused on four main topics:

– Explorations
During this session the results of new explorations in artificial cavities will be presented. We strongly believe that the opportunity to exchange the information about different explorations of artificial cavities from different areas of world will improve both the collaboration among different teams and the organization of future explorations.

– Cultural and economic importance of the artificial cavities
Underground artificial cavities are of high cultural and economic importance. In Cappadocia, underground structures like Goreme or Derinkuyu receive hundreds of thousand tourists every year, strongly supporting the local economy. Water supply in semi-arid zones is also another important aspect, and in many Mediterranean countries several underground aqueducts from Roman period are still in use.

– Hazards, remediation and rehabilitation
In underground places, the treatment and the preservation of the cultural heritage needs special techniques. In areas where artificial cavities are present, the collapse of underground structures may represent a serious problem. Protection, rehabilitation or remediation?

– Survey, mapping and dating techniques
Detections of unknown underground cavities, survey and mapping techniques are in continuous improvement and will be discussed during the congress. Dating is an important challenge. How is it possible to estimate the age of underground cavities when no artifact, sediment or architectural style is present ?

dark church

HYPOGEA 2017 Congress will be held on March 6-8, 2017.
After the Congress there will be several excursions to various underground cities, rock churches, cave dwellings and geologically interesting points of Cappadocia. Also, before and after the Congress there will be excursions in Istanbul.

The important deadlines to contribute to the Congress are:

– Abstract submission: March 10, 2016
– Full paper submission: June 10, 2016

In order to ensure distribution of the proceedings during the Congress, the above deadlines will be strictly maintained.

Deadline for registration is; June 10, 2016 for the contributors and March 1, 2017 for the attendants.

http://www.hypogea2017.com

 

Il 26 settembre 2015 a Bologna torna la Notte Blu

Flyer Notte Blu 2015

L’appuntamento è dalle 18 a mezzanotte, in Piazza 20 Settembre n. 7 (Cassero di Porta Galliera).

Anche quest’anno a Bologna si ripete l’evento che consente di conoscere i tanti aspetti che legano l’acqua e la città, con oltre 30 appuntamenti fra visite guidate, proiezioni, concerti e spettacoli teatrali, distribuiti fra chiuse, sostegni, canali, antichi opifici azionati dall’energia idraulica, edifici storici e moderne minicentrali idroelettriche.

Dopo il successo dello scorso anno, con le visite guidate alle cinquecentesche Conserve di Valverde, il Gruppo Speleologico Bolognese-Unione Speleologica Bolognese propone un nuovo itinerario alla scoperta della Bologna sotterranea.

Saremo infatti ospiti degli amici di Legambiente al Cassero di Porta Galliera, in Piazza 20 Settembre, di fronte alla Stazione centrale FS.

Porta Galliera – Bologna

 

Oggetto delle visite guidate sarà il Canale delle Moline, che oggi scorre per lungo tratto in sotterraneo sotto la città, e che proprio qui mostra uno dei pochi affacci in superficie.

Nei pressi della Porta, fra il 1330 e il 1511, venne costruita dai pontefici per ben cinque volte una forte rocca, come simbolo del loro tentativo di dominio sulla città, ma per altrettante volte questa venne attaccata e demolita dai Bolognesi. Dell’ultima di esse rimane una sdrucita porzione di torrione nei pressi della Montagnola, il vasto rialzo formatosi proprio a partire dall’accumulo dei materiali conseguente allo smantellamento della rocca papale.

Sempre nei pressi della Porta, nel 1493, Giovanni II Bentivoglio, signore di Bologna, fa costruire un porto fluviale, spostando nei pressi della città quello esistente fin dal IX secolo a Corticella. Da qui, tramite una serie di canali navigabili, si poteva giungere a Ferrara e al Po e quindi a Venezia, a Mantova e a Milano: attraverso le acque interne un’unica grande rete commerciale congiungeva tutte le principali città del Nord Italia. I resti del porto sono stati rinvenuti in anni recenti e sono visibili proprio in corrispondenza della Porta.

Accesso al sotterraneo Canale delle Moline a Porta Galliera

 

Lungo il Canale delle Moline, come indica il nome, dal 1516 rimasero attivi per secoli gli stabilimenti per macinare il grano, appartenenti all’Università delle Moline e delle Moliture, ossia alla corporazione cittadina dei mugnai. Poco prima di giungere alla Porta alle acque del canale artificiale si uniscono quelle dell’unico corso d’acqua naturale di Bologna, il torrente Aposa, anch’esso oggi totalmente sotterraneo.

Oltre alle visite guidate al Canale delle Moline si susseguiranno le proiezioni di un video sui percorsi nascosti dei canali di Bologna e non mancherà il punto di ristoro con ottime crescentine.

Le visite ai sotterranei del Canale delle Moline saranno esclusivamente dietro prenotazione da effettuarsi sul sito www.gsb-usb.it (per maggiori informazioni contattare il 331 6457292).

Danilo Demaria

PAESAGGIO DI PIETRA. GLI INSEDIAMENTI RUPESTRI DELLE SERRE SALENTINE.

 

Copertina del volume PAESAGGIO DI PIETRA. GLI INSEDIAMENTI RUPESTRI DELLE TERRE SALENTINE.

“Le pietre sono vive. Sono le pagine di un libro, di un romanzo. Raccontano storie: le storie degli uomini. Osservandole possiamo scorgere significati che vanno oltre la materia di cui è fatta la pietra”.

L’autore introduce così la sua opera. Stefano Calò è un giovane archeologo salentino che ha attentamente indagato gli insediamenti rupestri che caratterizzano la Puglia, in generale, ed in particolare la zona del Salento.

Il rapporto fra l’uomo e la pietra risale agli albori della storia. Utilizzata per cacciare e creare utensili, simulacri e opere d’arte. Dove i fattori geologici favorivano la presenza di grotte e caverne l’uomo ha saputo trarne vantaggio sfruttando inizialmente l’ambiente grotta come rifugio e dimora e successivamente considerandolo una rappresentazione simbolica legata a culti e misticismi.

Il fenomeno del vivere in rupe si manifesta non solo durante la Preistoria e il Medioevo, ma anche in periodi più tardi come le fasi post-medievali, nelle quali, benché il vivere in grotta fosse divenuto sempre più marginale, continuò a esistere, associandosi in alcuni casi alle architetture di sottrazione e a quelle realizzate in elevato.

Con il passare del tempo l’ambito sotterraneo ha assolto a funzioni sempre più complesse ed articolate, che hanno portato alla creazione di vere e proprie città scavate nella roccia e complessi monastici che ben poco avevano da invidiare alle architetture costruite in elevato.

Nel volume l’autore descrive come si è sviluppato questo fenomeno all’interno di alcuni insediamenti facenti parte di un comprensorio territoriale fortemente caratterizzato dal punto di vista archeologico.

La speleologia in cavità artificiali, indagando le strutture sotterranee artificiali di interesse storico ed archeologico, riserva particolare interesse per gli insediamenti rupestri perché in tali ambiti appaiono ancora evidenti le tecniche con le quali l’uomo ha superato le innumerevoli difficoltà di adattamento (ad esempio scarsità di acqua, necessità di difendersi dagli attacchi nemici, verticalità dell’insediamento che non favoriva le colture, ecc.).

Anche per questo le Associazioni speleologiche di riferimento nello studio delle cavità artificiali hanno accolto con grande interesse il lavoro di Stefano Calò, che ha ottenuto i patrocini da: Società Speleologica Italiana – Commissione Nazionale Cavità Artificiali, Federazione Hypogea (A.S.S.O., Egeria Centro Ricerche Sotterranee e Roma Sotterranea), Federazione Speleologica Pugliese.

Il volume è edito dalla Arbor Sapientiae Editore S.r.l., Roma, www.arborsapientiae.com

ISBN: 978-88-97805-40-3

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Note alla pubblicazione a cura di Giovanni Uggeri